lunedì 7 novembre 2016

Vinum Sabbatum - Apprehensions: guardare il passato con gli occhi d'oggi

(Recensione di Apprehensions dei Vinum Sabbatum)


La forza della musica è che non ha tempo. Ci ritroviamo ad ascoltare e riascoltare fino allo svenimento dei dischi vecchi di decenni riprovando sempre la stessa gioia del primo ascolto. Poco importa se la tecnologia si è evoluta, se i generi si sono sviluppati dando nascita ad un numero incontrollabile di "figli". C'è gente che esalta questa condizione e vive "immersa" nel passato musicale affermando che, ormai, non esiste niente di nuovo. Uno dei ruoli di questo blog è dimostrare il contrario ma questo è un discorso che ho già affrontato in passato e che, sicuramente, riaffronterò in futuro. Oggi quello che m'interessa è parlare, invece, dei gruppi che basano il loro motore creativo in generi del passato. E' un esercizio rischioso perché, da una parte, sono messi a paragone con mostri sacri che sono riusciti ad attraversare il tempo, e, d'altra parte, perché rischiano di essere quasi ridicolamente anacronistici. 

Il rischio corso dai finlandesi Vinum Sabbatum è grande perché sono uno di quei gruppi che sembrano usciti da una macchina del tempo che ha fatto un salto in avanti di, almeno, una quarantina d'anni. La loro musica passeggia indisturbata tra il proto-doom di scuola Black Sabbath e l'hard rock primordiale che porta in mente band come i Deep Purple. Cosa ha, dunque, il loro LP, Apprehensions, che valga un suo ascolto invece di prediligere i mostri sacri del passato o dei generi più attuali? La risposta è: la loro interpretazione. Anche se ci sono quelle tracce così vivide e si sente che la loro musica guarda al passato certe sfumature fanno capire due cose. La prima è che si tratta di un disco del 2016. La seconda è che la band non proviene dalla patria madre dei generi prima nominati ma non ha problemi a riconoscere la propria appartenenza geografica. 
Il primo aspetto viene sottolineato dalla contaminazione sonora della band. I Vinum Sabbatum non hanno un legame di "fedeltà" con alcun genere e riescono a spaziare tranquillamente non solo tra il proto-doom e l'hard rock ma mettono delle pennellate di rock psichedelico per dare una dimensione speciale a quello che fanno. 
Per quanto riguarda il secondo aspetto un indizio essenziale viene dato dalla quarta traccia del disco, Autuuden Maa, cantata in finlandese. Non è un dettaglio minore perché spesso si ha a che fare con gruppi che sembrano voler rinnegare la propria patria di nascita eliminando qualsiasi indizio che lo faccia capire. Invece questa traccia di Apprehensions, esalta l'appartenenza della band.


L'elemento sonoro che più spicca è l'organo Hammond, impronta indelebile di un'epoca del rock. L'utilizzo delle tastiere non si limita a questa tipologia ma gran parte dei banchi sonori scelti riportano alla mente quell'epoca di maestosità del rock a cavallo tra gli anni sessanta e settanta. Non c'è dubbio che la ricerca sonora, e il lavoro in studio di registrazione, ha portato i Vinum Sabbatum ha impregnare il resto degli strumenti in questo mood sonoro. Le chitarre presenti in questo Apprehensions, ricordano il lavoro di due eroi delle sei corde come Jimmy Page e Ritchie Blackmore ed il lavoro della sessione ritmica ha la compattezza, e contemporaneamente, la spazialità di tandem basso-batteria sentiti nei Led Zeppelin o nei Black Sabbath. A completare il quadro c'è la voce che non trova paragoni chiari come quello degli strumenti ma che rientra perfettamente nella tradizione hard rock. Cioè una voce con personalità senza pretese di virtuosismi inutili.

Apprehensions ha come forza il fatto di essere un compendio, un'insieme di generi e di artisti che si articola in un discorso musicale coerente ed autosufficiente. La nostalgia sonora è molto chiara ed è ricercata perché i Vinum Sabbatum non hanno alcuna intenzione di mascherare il loro discorso musicale, ma da questa nostalgia nasce una creatura "nuova". Senz'altro questo disco troverà dei consensi tra gli amanti del rock vecchia scuola ma non farà storcere il naso a nessun amante del hard rock in ampia scala.



Due esempi sonori molto energici e chiari del discorso musicale della band sono Shadows of Tears e Profane Soil.
Nel caso della prima canzone e facile apprezzare tutti gli elementi che coesistono nella musica dei finlandesi. E' un brano trascinante che ricorda molto i Deep Purple con dei fraseggi dove all'unisono tastiera, basso e chitarra sottolineano la forza del brano.
Profane Soil, invece, è più oscura dimostrando più evidentemente la parte proto-doom della band. E' un bravo ossessivo ed ipnotico non privo di epicità. 



Un disco come Apprehensions difficilmente sarebbe esistito quarant'anni fa anche se la base musicale sulla quale viene costruito è proprio quella. Questo perché la distanza degli anni e lo stacco che consente da la possibilità ai Vinum Sabbatum di trovare un giusto compromesso tra tutti gli elementi a disposizione. E' un esercizio di osservazione, di ponderazione messo a disposizione della creazione persone e soggettiva. Un tuffo nel passato con gli occhi d'oggi.

Voto 7/10
Vinum Sabbatum - Apprehensions
Northern Silence Productions
Uscita 11.11.2016

Nessun commento:

Posta un commento