venerdì 21 luglio 2017

Sun of the Sleepless - To the Elements: la natura comanda

(Recensione di To the Elements di Sun of the Sleepless)


Quanto tempo deve passare prima che un progetto sia così maturo da presentarci un disco intero? Questa è una questione sulla quale si può dibattere tanto senza che ci sia un'unica risposta. Ci sono musicisti che sentono l'urgenza di produrre continuamente del materiale e di registrarlo dandoli poi un formato fisico. C'è chi invece preferisce prendere tempo e capire che soltanto quando una serie di elementi possono essere messi insieme allora è arrivato il momento di fare qualcosa d'importante. Ripeto, non c'è una regola fissa ma, come capita molto spesso, la verità sicuramente sta nel mezzo. 

To the Elements

Ci son voluti ben 18 anni prima che avessimo la possibilità di ascoltare un full lenght di Sun of the Sleepless, progetto solista di Markus Stock, musicista tedesco di vastissima esperienza che ha legato il suo nome a progetti fondamentali come gli Empyrium. Il risultato di questo attesissimo debutto ha per titolo To the Elements
La prima cosa che salta fuori ascoltando questo disco è che nulla è stato fatto in fretta, ma, piuttosto, tutto quello che possiamo ascoltare in questo disco è frutto di riflessione, di sperimentazione e di una scrematura che porta ad avere un risultato concreto. Per quello questo disco è un disco che suona con una sicurezza che può essere solo frutto di una grande esperienza, cosa che in tanti gruppi viene raggiunta soltanto molto, molto tempo. Infatti questa sicurezza viene denotata dalla capacità di mettere insieme una serie di elementi che non fanno parte soltanto dell'immaginario black metal. Oltre a quello c'è tutta una serie di sfumature musicali che tendono a voler stabilire con chiarezza l'universo sensoriale di questo progetto, vale a dire una poetica oscura ma soprattutto mistica che non ha paura a legarsi e pescare dai testi di autori come Shakespeare o Tolkien. La natura viene esaltata nelle parole di questo disco, sottolineando la potenza che ha e il misticismo che racchiude. 

To the Elements

Ecco, questo diventa un lavoro prezioso per far capire quanto l'universo del black metal sia ampio ed abbia la capacità di districarsi in mezzo a tante tematiche con un approccio che è molto mutato negli anni. Non solo quello, c'è anche il fatto che musicalmente si lasci spazio a certe contaminazioni che sarebbero state inaccettabili in un contesto purista ma che giovano alla crescita e allo sviluppo di un genere che sembra avere sempre nuove cose da dire. La musica di Sun of the Sleepless infatti guarda in più direzioni cercando solo di accentuare l'idea perseguita. Per quello abbiamo spazio a tante contaminazioni dark ambient o dark folk, che danno una dimensione ancora più naturistica. To the Elements, è un disco che suggerisce senza alcuna difficoltà l'idea di natura, della parte più selvatica ma anche più pura. E per fortuna esistono ancora quelli angoli incontaminati dove l'uomo è in obbligo di piegarsi alle dinamiche della natura senza neanche accennare ad imporre la sua parte e posizione. 

To the Elements

Penso che in quest'idea si possa perfettamente racchiudere To the Elements, nella congiunzione di tutti gli elementi che servono a capire la magnificenza della natura, delle sue creature e di quello che ci trasmette. Per quello leghiamo ancora la nostra immaginazione ad una serie di sensazioni legate alla natura, per esempio la paura a rimanere da soli in mezzo ad un bosco senza trovare la strada, come il fascino di ritrovarci un paesaggio maestoso rimanendo senza parole di fronte a tanta bellezza, come lo stupore di fronte a qualche bestia che incontriamo per la prima volta senza sapere bene como comportarci. Sun of the Sleepless ci regala  tutte queste sensazioni grazie ad un disco intenso e perfettamente centrato sulla sua intenzione.

Sun of the Elements

Voglio pescare due brani da guardare con la lente d'ingrandimento, questo per farvi capire come i limiti di questo disco vengono spinti al massimo verso altri luoghi.
Il primo è The Owl. Delizioso nella sua intro di chitarra acustica ci introduce perfettamente nel mondo che vuole descrivere. Si sente la notte, si sentono i movimenti minimi che non bastano per diventare una preda. Poi viene lo scoppio, la festa solitaria, il godersi i risultati della caccia. E' un brano cinematografico, pieno di immagini, prezioso.
Il secondo rappresenta la nota diversa di questo disco. Mi riferisco a Forest Crown. E' un brano interamente acustico dove la parte folk prende il sopravento regalandoci una specie di ballata con riminiscenze medievali. Bellissima parentesi.



Tirando le somme c'è da dire che i 18 anni presi da Sun of the Sleepless per regalarci il suo primo disco intero sono stati sicuramente degli anni dedicati a trovare la miglior sintonia tra quello che To the Elements ci racconta e il modo di raccontarlo. Per quello questo disco ha una grandissima personalità, dove, trattandosi di un progetto solista, si capisce alla perfezione la strada intrapresa dall'ideatore di questo gruppo. Si capisce che il disco che ci ritroviamo tra le mani è pieno di impulsi che ci devono portare a guardare la natura con altri occhi. Perché sicuramente è quello il modo migliore di guardarla.

Voto 8,5/10
Sun of the Sleepless - To the Elements
Lupus Lounge
Uscita 21.07.2017

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Pagina Bandcamp Sun of the Sleepless 

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