giovedì 22 febbraio 2018

Phantom Winter - Into Dark Science: a tu a tu con i tuoi demoni

(Recensione di Into Dark Science dei Phantom Winter)


Sin da tempi immemori c'è stata l'idea che la conoscenza umana fosse molto limitata e che, per spanderla, ci fossero due vie da percorrere: quella della luce e quella dell'oscurità. Due vie diverse con due percorsi diversi, due vie che differiscono soprattutto per quanto riguarda i limiti da oltrepassare. In un certo modo la via dell'oscurità inizia lì dove quella della luce finisce. 
C'è un altro concetto molto interessante legato alla via dell'oscurità, ed è il fatto che molto spesso viene percorsa come un'ultima risorsa, come se fosse l'ultimo stadio disponibile per riuscire a compiere certe pretese. La letteratura ci regala innumerevoli capolavori che ci parlano di quella strada, di quel modo di vivere insieme ai nostri demoni quando in realtà quello che cerchiamo e di scacciare via quei demoni.

Il terzo disco dei tedeschi Phantom Winter è un chiaro omaggio ai demoni interni di ognuno di noi. Per quello Into Dark Science è un'opera introversa che si nutre da concetti ed idee universali ma che hanno tutt'ora un risvolto assolutamente attuale. Per quello i contrasti che ci regala sono dei contrasti che riflettono fedelmente quello che è la nostra avventura in questa vita, quel modo di volere vivere al meglio ma essere spesso bloccati dai nostri propri demoni interni. Per quello questo disco è volutamente un disco urlato, viscerale, ma è, nello stesso tempo, un disco che sa di profondità abissale, di storie antiche, di miti che sono così scioccanti da non essere mai sicuri dalla loro veracità. E curiosamente grazie a tutta questa angoscia questo disco diventa un lavoro di una bellezza unica.

Into Dark Science

Into Dark Science è uno di quei lavori dove tutto ha una coerenza. Dove la sovrapposizione delle voci crea un tessuto sonoro che non è altro che lo specchio di quello che si canta, delle storie che vengono raccontate. Ma il lavoro dei Phantom Winter va anche ben oltre. Lo sforzo da loro inseguito, e ben riuscito, è quello di tradurre con la musica questo tetro paesaggio. Per quello è difficile definire quello che fanno. Nel nostro aiuto viene proprio il gruppo che definisce la propria musica come winterdoom, cioè un doom gelido, volutamente intransigente, che va al di là della normale "tristezza" del genere e che cade nell'apatia più assoluta. Ma personalmente credo che questa definizione lascia fuori tutta una grande serie di idee che vengono messe in gioco attraverso la musica della band. Per esempio tutta la parte post metal o quella sperimentale che porta a unire alla loro musica dei rumori reali. Se c'è qualcosa che può funzionare come filo conduttore di tutti questi concetti quello è la gelida disperazione, la voglia di essere dissacranti perché come indica chiaramente il titolo di questo disco loro abitano nell'oscurità, e non hanno alcuna voglia di far entrare neanche il minimo raggio di luce.

E' difficile dire che questo lavoro possa piacere a qualsiasi persona. Anzi, la grande maggioranza appena ascolterà le prime note di Into Dark Science dichiarerà che non è roba per loro. E questo è un grandissimo peccato, perché bisognerebbe imparare a guardare il mondo con altri occhi. Bisognerebbe conoscere i propri demoni interni perché solo con la consapevolezza del buio che abita in noi possiamo crescere. Questo è il grande pregio dei Phantom Winter, che riescono a essere dissacranti ed onesti nel loro modo di raccontare i propri demoni. Un'oscura onestà dalla quale tutti dovremmo essere consapevoli.

Phantom Winter

Musicalmente questo è un lavoro molto intenso, un disco che non ha punti bassi o momenti nei quali venga persa la direzione essenziale che s'intraprende. Anzi, succede tutto il contrario, ci sono sorprendenti inserzioni sonore che accrescono tutto quanto.
Per esempio in The Initation of Darkness, dove le registrazioni vocali femminili, il rumore di campane o la breve melodia di flauto sintetizzata danno una dimensione ulteriormente ricca e completa di quello che è un brano impressionante, che sembra calmarsi per por dare la botta definitiva. Un brano immenso.
In Frostcoven invece l'idea è più asciutta, più elementare. Nei cinque minuti e venticinque di brano la band da mostra di quello che sa fare magistralmente. La linea di chitarra è impeccabile, un tappetto sonoro che sorregge l'intensità emotiva del brano, l'urlo potente mai ingabbiato. 


Into Dark Science non è un disco che loda i fascini dell'oscurità. No, sarebbe tremendamente sciocco fare un ragionamento del genere. I Phantom Winter scattano una fotografia perfetta, piena di dettagli, di quello che significa vivere dentro all'oscurità. Di come accadde che i demoni oscuri che vogliano far emergere per toccare nuove vette finiscono per consumarci. E' una tragedia ricorrente nella storia dell'uomo, ma se è così è perché ancora non abbiamo imparato a conviverci. 

Voto 9/10
Phantom Winter - Into Dark Science
Golden Antenna Records
Uscita 02.03.2018

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